Women on Walls, o Sit al-hita (in arabo), è un progetto nato al Cairo nel 2012 con lo scopo di utilizzare i graffiti e l'unicità della street art (arte di strada) per una campagna sull'emancipazione e i diritti delle donne.
L'idea che ha portato alla nascita di WOW è stata l'esigenza
di utilizzare lo spazio pubblico e di lasciarvi un segno per denunciare la
violenza contro le donne. La forza dell’arte
di strada sta infatti proprio in questo: non richiede un ruolo attivo da
parte dello spettatore (andare al museo. etc), ma arriva a tutti, che
risulti gradita o meno.
Nel piccolo documentario che vi proponiamo qui sotto, girato
al Cairo nel febbraio 2014, le artiste Khadiga El Ghawas, Enas Awad, Salma El
Gamal, Radua Radz Fouda, Nour Shokry e tante altre affrontano uno degli
argomenti a tutt'oggi più scottanti in Egitto, ovvero le molestie sessuali.
Ecco che il muro, come veicolo di denunce e
rivendicazioni, assume un significato fondamentale: “Perché proprio la strada
è, si può dire, la scena del crimine – spiega una delle ragazze nel
documentario - Dobbiamo parlare alla gente dove ci può vedere e sentire, e dove
questi incidenti accadono”.
Di cruciale importanza è l'enorme graffito disegnato dall’egiziana Mira Shihadeh intitolato “Circle of
Hell”, il Cerchio dell'Inferno, che racconta il caso di efferata violenza di
cui fu vittima una manifestante durante le manifestazioni che si tennero al Cairo il 25 gennaio 2013 per il secondo anniversario della rivoluzione
egiziana: una donna venne chiusa in un
cerchio da un centinaio di uomini in piazza Tahrir e brutalmente violentata con
un coltello. Nessuno - anche se la piazza era piena di gente - potè videre e
sentire quello che succedeva. La donna era intrappolata in un cerchio
infernale.
Anche nei graffiti di Laila Ajjawi, palestinese, che vive in un campo di rifugiati in Giordania, emergono donne forti. “Mi piace raccontarci in positivo. Non rappresentarci come vittime o deboli, ma dire alle altre donne: hai una voce nel mondo e deve essere ascoltata”, afferma Laila in questo video.
"Storie di donne, dalla paura alla libertà", è stato
il tema scelto dall'organizzazione egiziana Women on Walls per il più famoso
festival della street art femminile di tutto il Medio Oriente che si è tenuto
nell’ottobre 2014 ad Amman in Giordiania. Ventiquattro artiste e artisti
provenienti da paesi come l'Egitto, la Palestina, Bahrain, Yemen, Qatar e
Giordania si sono unite per creare il muro dipinto più lungo di tutta
Amman.
Questo bellissimo graffito di Mariam Haji (Bahrain), in cui l'artista si rappresenta con efficacia plastica in un corpo a corpo con un enorme leone, esprime tutta la forza di cui è capace la donna nel vincere la paura di affrontare i pericoli e gli ostacoli che minacciano la sua sopravvivenza e la sua identità quando imbocca il cammino per l'emancipazione e la libertà.
Anche nei graffiti di Laila Ajjawi, palestinese, che vive in un campo di rifugiati in Giordania, emergono donne forti. “Mi piace raccontarci in positivo. Non rappresentarci come vittime o deboli, ma dire alle altre donne: hai una voce nel mondo e deve essere ascoltata”, afferma Laila in questo video.
Fonti: Osservatorioiraq; la Tribu de Frida ; el Pais
Sul tema delle violenze di genere in Egitto leggi in questo blog:
mg
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